Si è conclusa con una lettera di scuse al preside della scuola elementare di Mezzago la vicenda dei controlli di un ispettore della SIAE in occasione di un concerto di bambini nel giardino dell’istituto. La società, che tutela il diritto d’autore, ha censurato l’operato del mandatario di zona che, trovandosi a passare nei pressi del plesso scolastico, aveva chiesto che il preside pagasse una tassa sulla musica diffusa in giardino. In realtà, dopo un chiarimento telefonico con lo stesso dirigente scolastico, nessun verbale era stato elevato.
La vicenda ha destato scalpore in Brianza e in generale in tutta Italia grazie all’eco mediatica. Il dibattito sui controlli della Siae è accesissimo ormai da anni: a far discutere sono soprattutto le situazioni “atipiche” che però in larga misura sono disciplinate da convenzioni e accordi; per esempio Siae e Ministero dell’Istruzione hanno sottoscritto un accordo nel 2000: per rappresentazioni gratuite in spazi scolastici con capienza inferiore ai 5.000 si pagano 53,80 euro che scendono a 32,60 per rappresentazioni effettuate dai soli studenti.
Molti si chiedono tuttavia il motivo di un mancato accordo con altri enti pubblici che al momento non pagherebbero i diritti d’autore in occasione di concerti. Alcuni anni fa scoppiò una polemica sulla presunta richiesta della Siae agli esecutori dell’Inno di Mameli in occasione di una manifestazione a Messina. Anche in questo caso alcune situazioni sono disciplinate da accordi ad hoc: per esempio Anbima, l’associazione che raggruppa le bande musicali italiane, l’ha stipulato con la Siae nel 2016 (guarda). Altri casi sono invece totalmente affidati alla giurisprudenza. Ma non sempre. Perché, secondo molti, la Siae non controllerebbe con lo stesso rigore le bande di enti pubblici impegnate in rappresentazioni gratuite.
In rete sono decine i forum sull’argomento: si va da quelli più razionali, nei quali si discute caso per caso sul dovere di versare i diritti, a quelli più “eversivi” che contestano l’esistenza della Siae in sè. Il dibattito resta comunque aperto anche perché la creazione della Società Italiana Autori ed Editori, come altri enti pubblici, risale ai tempi di Depretis capo del Governo italiano e fu riformata solo ai tempi del Fascismo; da tempo si chiede una riforma organica di tutto il settore del diritto d’autore anche in virtù della globalizzazione del fenomeno e delle nuove tecnologie.

Siae al concerto della scuola : il caso si sgonfia ma restano dubbi su controlli a macchia di leopardo
Posted on by bmg_admin